giovedì 29 aprile 2010

Champions League - Il ritorno degli eroi, e della pecora nera

Il popolo nerazzurro ha risposto all'appello di Mourinho, e incurante dell'ora tarda (le 2.30 di notte) è accorso in massa a Malpensa per accogliere trionfalmente gli eroi del Camp Nou. Unica nota stonata, Mario Balotelli, che non è stato perdonato

Il nuovo profeta del popolo nerazzurro aveva chiamato a raccolta i suoi nell'immediato post-partita, dalla sala stampa del Camp Nou: "Ora chiedo ai tifosi di esserci più vicini che mai. Di venire a Roma in massa, per la partita con la Lazio, anzi chiedo loro di venirci a prendere già all'aeroporto".

Il popolo ha risposto, forse persino al di là degli auspici di Josè Mourinho. Che una volta sbarcato a Malpensa, alle 2.30 del mattino, ha dovuto resistere insieme ai suoi uomini all'assalto di oltre 5.000 tifosi impazziti di gioia, alla fine forse più pericolosi degli sterili attacchi del Barcellona. Una festa spontanea, rumorosissima e coloratissima, come si conviene per un evento atteso 38 anni. "Benvenuti eroi" recitava lo striscione più evidente srotolato dai supporter della Beneamata, che all'annuncio dell'atterraggio del volo AZ8051 sono letteralmente esplosi, tra cori tradizionali ("Chi non salta rossonero è") e slogan freschi di serata ("Vamos a Madrid").

Il primo ad affrontare la folla è stato il capitano Javier Zanetti, poi a ruota tutti gli altri. Qualche momento di apprensione per Chivu, che è passato con il cappuccio della tuta e la mano sulla testa operata a gennaio.

Il più osannato è stato ovviamente lui, José Mourinho, letteralmente assalito da decine di mani che volevano abbracciarlo, toccarlo, o forse portare a casa un frammento di giacca o una ciocca di capelli da esporre in salotto a mo' di reliquia nel salotto di casa.

Unica nota fuori dal coro, ovviamente, è stato Mario Balotelli, che ha perso il suo sorriso non appena ha messo il naso fuori dalle porte scorrevoli. L'attaccante è stato accolto da fischi, insulti e dal ripetuto invito a fare le valigie: "Vai al Milan". Anche nella notte della festa, insomma, la genta non dimentica, e non perdona. Ma è stata appunto una nota stonata in un coro di giubilo che ha sorpreso e quasi spaventato alcuni giocatori. Tanto che qualcuno, come Maicon, ha provato a riportare tutti con i piedi per terra: "Questa accoglienza fa piacere, ce la meritiamo, ma fa anche un po' paura. Perché non abbiamo vinto ancora niente".

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