martedì 5 gennaio 2010

Beckham II°, lo Spice boy ricomincia dal Milan

Non fosse inverno ci sarebbe da scomodare Mina e la sua “Stessa spiaggia, stesso mare”. Ma siccome a Milano fa un freddo cane e per strada si sparge il sale in attesa della neve, bisogna inventarsi qualcosa di nuovo per questo secondo ritorno di David Beckham. Che, tanto per restare in tema musicale, dopo essere andato a cercar fortuna in America si è accorto che l’America sta qua. O che comunque passa per Milanello la sua strada per il Sudafrica e per quel Mondiale a cui il ct inglese Fabio Capello è disposto a portarlo soltanto a patto che riprenda le misure al suo destro felpato in un campionato vero, e non in quel circo Barnum che è ancora la Major League di Soccer. «È lo stesso che avevamo lasciato, costante e motivato», spiegava ieri Leonardo. A cui converrà che lo Spice Boy si sia anche allenato a sufficienza in questo mese e mezzo (ultima apparizione la finale di Mls persa ai rigori contro il Real Salt Lake il 22 novembre) visto che questa sera gli toccherà buttarlo nella mischia fin dal fischio d’inizio, considerando che sia Pirlo che Seedorf sono acciaccati quel tanto che basta per consigliare cautela in vista della gara di domenica contro la Juventus. Entrambi alle prese con noie muscolari, il primo partirà dalla panchina mentre il secondo seguirà la gara dalla tribuna.

Rebus tattico
Posto però che il 34enne inglese non somiglia affatto per caratteristiche nè all’olandese nè al centrocampista azzurro, resta il dubbio di una collocazione tattica tutta da inventare. Dal canto suo, col consueto stile e garbo, Beckham non si è scomposto affatto. «Per me conta stare nel gruppo - ha spiegato - deciderà Leonardo se e come impiegarmi». Così il tecnico brasiliano in queste ore si arrovella cercando alchimie che gli permettano di non snaturare quel «4-2-Fantasia» che dopo l’inizio disastroso ha ridato al Milan il ritmo giusto nell’inseguimento all’Inter. E se David potrebbe essere costretto ad improvvisarsi fantasista alle spalle di Pato, Ronaldinho e Borriello, non si può scartare l’ipotesi di un Milan che torni ai tre uomini a centrocampo, con l’inglese schierato sulla destra di una linea in cui, oltre ad Ambrosini, potrebbe tornare al suo posto anche Rino Gattuso. La soluzione, in ogni caso, la scopriremo stasera quando Milan e Genoa si schiereranno in campo, ricordando però che proprio ai Grifoni lo scorso anno David segnò il suo unico gol a San Siro.

Si parla di tattica e di calcio giocato, segno che il secondo atto del Beckham rossonero è iniziato con un profilo molto più basso rispetto a quanto successo un anno fa. Almeno dal punto di vista del gossip, si capisce. Anche perché l’ormai 34enne Spice Boy ha iniziato a fare bilanci e a guardarsi indietro dopo una carriera che pur fra mille soddisfazioni (6 Premier League, 2 FA Cup, 2 Community Shield, una Liga, una Supercoppa spagnola, una Champions e una Intercontinentale) ha imboccato il viale del tramonto con troppo anticipo. Frutto, soprattutto, di scelte che oggi David non rifarebbe. «Avrei voluto rimanere nel Manchester United per tutta la mia carriera di calciatore, ma purtroppo non è andata così - ha confessato alla Bbc - Nel 2003 passai al Real Madrid, nel mio ultimo anno lì vincemmo la Liga e per questo posso dire di essere stato bene. Ma avrei preferito rimanere nello United». Che ora ritroverà negli ottavi di Champions per il suo primo ritorno, da avversario, all’Old Trafford davanti a quegli amici lasciati in maglia rossa. Gente con cui è cresciuto insieme, gente come Ryan Giggs, Paul Scholes e Gary Neville. «Sono sicuro che quel giorno mi prenderanno in giro e cercheranno anche di tirarmi un calcio perché per tanti anni siamo stati insieme e abbiamo vinto molto - ha sorriso Beckham - Eravamo grandi amici anche fuori dal campo e proprio l’unione e l’affiatamento del gruppo sono stati il segreto della nostra squadra».

Nel frattempo, a far notizia, ci hanno pensato le esuberanze della moglie Victoria che, secondo alcune voci, avrebbe speso addirittura un milione di euro per fare i regali natalizi. «Ho speso troppo, è vero - ha confessato ad una rivista inglese -, ma non un milione. Il consumismo è come una droga: più si ha e più si vuole avere. Ma questo aiuta l´economia, mentre la sobrietà la uccide». Bontà sua.
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